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Se il "fantasma giallo" ti dice "benvenuto" e, continuando a sfogliarmi ti imbatti in figure conturbanti e insiemi stordenti, pensa a quanto possa essere importante una "parte d'arte". Il mio compito, oltre che quello di farti vedere alcune opere di Vittorio Amadio, è quello di trascinarti (ma non di peso) in un mondo che voglio sia tuo, che ti appartenga, che ti sconvolga e ti sovrasti, perché dall'arte o si è emozionati o non è arte. Io sono una "parte d'arte", quella che ti mostra arzigogoli e linee pastose, sfondi sfumati e macchie di colori un po' netti e un po' no. Perché in fondo io non devo spiegarti niente se non il senso di un cammino che Amadio ha ideato prima sulla tela e poi nelle mie pagine. Non sono un libro ruffiano, anzi non sono proprio un libro. Adoro che mi si chiami "pocket" perché è vero che sono piccolo, ma la mia grandezza sta tutta nell'infinito del mio artista preferito, quello che parte da se stesso e arriva agli altri con la forza di un uragano pacifico, uno tsunami incruento, un chiaro di luna suadente, una serenata struggente...